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Protezione Civile Italiana
Il sistema della Protezione Civile Italiana
Nella maggioranza dei Paesi Europei, la Protezione civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche. In Italia, invece, è coinvolta, in questa funzione, tutta l’organizzazione dello Stato, al centro ed in periferia, dai Ministeri al più piccolo Comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della Protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato.
Le ragioni di questa scelta si possono individuare nell’incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio.
Il modello di organizzazione della nostra Protezione civile risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi, di calamità e catastrofi sconosciuto negli altri Paesi europei.
Quasi ogni area del nostro Paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di Protezione civile che assicuri, in ogni area, la presenza di risorse umane, mezzi e capacità operative e decisionali in grado di intervenire, in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri.
Il servizio nazionale della Protezione Civile
Il sistema che si è costituito è basato sul principio di sussidiarietà. Il primo responsabile della Protezione civile, in ogni Comune, è il Sindaco che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio. Quando si verifica un evento calamitoso, innanzitutto, è necessario valutare se le risorse locali sono sufficienti a farvi fronte. In caso contrario si mobilitano immediatamente i livelli provinciali, regionali e, nelle situazioni più gravi, anche il livello nazionale, integrando le forze disponibili in loco con gli uomini ed i mezzi necessari. Inoltre si identificano da subito le autorità che devono assumere la direzione delle operazioni: è infatti evidente che una situazione di emergenza richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi sceglie, chi si assume le responsabilità degli interventi da mettere in atto.
Il volontariato di Protezione Civile
Il volontariato di protezione civile è un fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall’alluvione di Firenze dell’anno 1966.
In occasione di tale evento si verificò, per la prima volta nel dopo guerra, una grande mobilitazione spontanea di cittadini di ogni età e condizione sociale, affluiti a migliaia da ogni parte del Paese nelle zone disastrate per mettersi a disposizione e “dare una mano”.
Si scoprì, in quelle occasioni, che ciò che mancava non era la solidarietà della gente, bensì un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla.
Da allora è iniziata l’ ascesa del volontariato di Protezione civile, espressione di una moderna coscienza collettiva del dovere di solidarietà, nella quale confluiscono spinte di natura religiosa e laica, unite nel comune senso dell’urgenza di soccorrere chi ha bisogno e di affermare, nella più ampia condivisione dei disagi e delle fatiche, il diritto di essere soccorso con la professionalità di cui ciascun volontario è portatore e con l’amore che tutti i volontari dimostrano scegliendo, spontaneamente e gratuitamente, di correre in aiuto di chiunque abbia bisogno di loro.