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A ruba il Taccuìn cerianes 2007
10/01/2007 - Bello e utile il Taccuìn cerianes 2007
Fa già bella mostra di sé in tutte le case dei cerianesi utilizzato come strumento non solo per tener d’occhio lo scorrere dei giorni ma anche per ricordare le modalità della raccolta differenziata e, soprattutto, come “dispensatore di saggezza”. E’ il “Taccuìn cerianes”, una vera e propria opera di ricerca e divulgazione, sottoforma di prezioso e comodo calendario, sulle tradizioni popolari locali, messa a punto anche quest’anno, per la dodicesima edizione, dal Circolo storico cerianese. Il tema scelto per il “Taccuìn” 2007 è quello dei nomi, con una carrellata sui nomi propri più diffusi a Ceriano negli ultimi due secoli, con i nomignoli, i vezzeggiativi e i soprannomi. Una ricerca rigorosa e riccamente documentata, a cui si aggiungono le foto storiche, con i gruppi di coscritti, le classi di scuola, i raduni di amici e di vicini di cortile, che rappresentano vere e proprie “perle” della storia recente di Ceriano, in cui molti ritrovano l’immagine cara di un nonno, di una bisnonna o di uno zio che non ci sono più. Ogni anno il Taccuìn è un successo: stavolta ne sono state stampate ben 2900 copie e, dopo la distribuzione porta a porta a tutte le famiglie cerianesi, sono andate a ruba anche le copie rimaste per qualche giorno disponibili in Comune. “Come nelle edizioni precedenti –spiegano gli autori Eliana Colombo, Carlo Monti, Cesare Parazzini, Mariarosa Rivolta e Giancarlo Soldi- l’intento nostro è di far sì che questo ulteriore lavoro possa aiutare a mantenere presenti alcuni momenti di vita che ci legano alle nostre radici”. Particolarmente orgogliosa del Taccuìn cerianes è il sindaco, Antonella Ferrario, che si è complimentata con gli autori, sottolineando l’importanza del recupero della storia e delle tradizioni locali, invitando tutti i cerianesi a far tesoro della ricchezza dei contenuti di questo originale calendario: “Perdiamo qualche istante, attraverso le fotografie e le parole, lasciamoci portare con la macchina del tempo nel passato e da stranieri di un’epoca che verrà, camminiamo per quelle strade (che sono le nostre strade, senza asfalto né piste ciclabili, perché non c’erano quasi automobili e le carreggiate erano per pedoni e biciclette) osserviamo modi di parlare, abiti, case e cerchiamo di fare un confronto, nel bene e nel male. Sarà un utile esercizio per vivere più sereni e per sapere accettare l’oggi e interrogarci sul nostro passato”.