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Nel Giorno del ricordo, il dovere di non dimenticare!
10/02/2022 - La tragedia delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati
Oggi si celebra il “Giorno del ricordo”, una solennità civile istituita nel 2004 per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". E’ un’occasione e insieme un dovere civico per riflettere su una tragedia di quasi ottant’anni fa che tolse la vita a migliaia di italiani e la cambiò per sempre a centinaia di migliaia, ma che per decenni rimase quasi nascosta, coperta dall’imbarazzo.
E’ una storia di orribili violenze, che ancora una volta ci mostra tutte le brutalità di cui possono essere capaci gli uomini verso i loro simili.
Una storia di sopraffazioni, umiliazioni, di barbarie come quelle di gettare prigionieri ancora vivi nelle cavità naturali delle foibe, dopo averli sottoposti a sevizie e torture indicibili “per risparmiare tempo, fatica e munizioni” -si leggerà tra le tante testimonianze affiorate negli anni.
Nel manifesto ufficiale dedicato al Giorno del Ricordo c’è la foto di una bambina che tiene tra le mani una valigia di cartone.
Quella bambina è Egea Haffner Tomazzoni, nata a Pola nel 1941. “Il primo maggio del 1945 – racconta – la sera suonarono alla porta due titini, volevano mio padre. Lui chiese perché lo cercassero, ma i due lo tranquillizzarono dicendo che era pura formalità, dovevano condurlo al Comando per alcune informazioni. Mio padre chiese se doveva portarsi dietro qualcosa, ma di nuovo lo rassicurarono, così uscì col vestito che indossava e una sciarpa. Sciarpa che giorni dopo i miei videro al collo di un titino...Da quella sera non seppi più nulla di lui. Avevo 3 anni e mezzo...Per molti anni la nonna metteva da parte ogni sera un pezzo di pane, aspettando che papà facesse ritorno”.
Suo padre Kurt Haffner, 26 anni, fu probabilmente infoibato quella stessa notte nell’abisso di Pisino. “Mi misero in mano un ombrellino e la mia valigia, con su scritto un numero di matricola...Così diventavo l’esule giuliana 3001…”.
Martedì mattina, i componenti del Consiglio comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, insieme ad una folta delegazione di studenti della scuola secondaria “Aldo Moro”, hanno raggiunto a piedi il Centro Civico della frazione Dal Pozzo, per la commemorazione congiunta della Giornata della Memoria e del Giorno del Ricordo. I ragazzi hanno proposto momenti intensi di riflessione e di coinvolgimento, prima con una serie di letture e proiezioni all’interno del centro civico Dal Pozzo, poi con la posa di sassi che riportano alcune parole chiave delle loro riflessioni, davanti alla lapide che ricorda Norma Cossetto, giovanissima martire delle foibe, che oggi dà il nome al parco della frazione. Quegli stessi sassi, impreziositi dalle parole degli studenti, resteranno per sempre, dopo un opportuno trattamento per preservarne le scritte e per fissarne la collocazione, a memoria di quella giornata speciale.
“Oggi siamo chiamati a fare memoria, a sforzarci per lasciare impresse nella nostra mente questi fatti e a combattere contro il tempo che scorre e che rischia di renderne più flebile il ricordo” -commenta il sindaco Roberto Crippa. “Impariamo dai nostri ragazzi il dovere della memoria, perché quel che è accaduto non debba più ripetersi”.
“I nostri ragazzi sono stati protagonisti di una commemorazione emozionante e molto sentita al Centro civico di Dal Pozzo” -racconta l’Assessore all’Istruzione, Dante Cattaneo. “Attraverso le loro pregevoli riflessioni, frutto di un appassionato lavoro di ricerca e documentazione, abbiamo avuto l’occasione di celebrare insieme la Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo nel migliore dei modi. In particolare, l’approfondimento sulla figura di Norma Cossetto è stato prezioso, segno di come l’educazione civica a scuola sia ormai divenuta una materia imprenscinbile. Agli alunni delle nostre scuole, al Consiglio dei Ragazzi/e e alle loro professoresse va il nostro grazie e l’impegno a custodire le loro intense riflessioni come stimolo per non dimenticare mai!”.
L’Ufficio stampa