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Grandi “pulizie” col metal detector nell'ex bosco della droga
06/05/2020 - Coltelli, computer, cellulari, bilancini e persino una spada
Grazie al “naso elettronico” di un metal detector, i volontari del Gst di Ceriano Laghetto hanno portato alla luce molti “strumenti di lavoro” nascosti, sottoterra anche ad una profondità di 30 centimetri, dagli spacciatori nelle piazze di spaccio all’interno del Parco delle Groane.
In poco più di una settimana di perlustrazione, nella zona tra il cimitero e la stazione Ceriano-Groane, i volontari del Gruppo Supporto Territoriale, con il coordinamento della Polizia locale, hanno trovato sotto terra un lungo elenco di oggetti e materiali certamente in uso ai venditori di droga, che avevano fatto di questa area il loro fortino, prima di essere allontanati dai numerosi interventi delle Forze dell’ordine, che hanno portato ad arresti e denunce.
Sono stati recuperati e consegnati alle Forze dell’ordine: un rilevatore Gps, un personal computer e cinque telefoni cellulari, che potrebbero contenere informazioni molto interessanti ai fini delle indagini, ben quattro machete con lame di circa 50 cm, utilizzati per aprirsi varchi nella vegetazione ma anche come arma per affrontare rivali o forze dell’ordine. Poi ancora una pericolosissima mannaia, 5 bilancini di precisione, un lettore Mp3, 1 caricabatterie wireless, 2 coltellini svizzeri, una lama da 30 cm e persino una spada, della lunghezza di oltre un metro. A questo si aggiungono i 60 grammi di droga, che avrebbero “fruttato” circa 3000 euro sul mercato, rinvenuti all’interno di un involucro scoperto mentre si scavava per recuperare uno degli oggetti metallici. “Le azioni di contrasto alla presenza di spacciatori e tossicodipendenti nel Parco non si sono mai fermate, nemmeno in tempo di coronavirus, grazie alle Forze dell’ordine e anche grazie ai nostri volontari” -commenta l'Assessore alla Sicurezza Dante Cattaneo. “In quest’ultimo periodo, grazie al metal detector, abbiamo potuto setacciare un’ampia area del parco scoprendo i diversi nascondigli utilizzati dagli spacciatori per nascondere le loro armi e gli strumenti utilizzati per i loro traffici, che ora sono nelle mani delle forze dell’ordine. Deve essere chiaro a tutti che la nostra battaglia contro lo spaccio nel Parco non si fermerà. Questi spazi da tre mesi sono tornati ad essere luoghi liberi dallo spaccio e che d'ora in poi dovranno essere noti solo per la loro meravigliosa natura. L'attenzione rimane altissima perché gli spacciatori tenteranno in ogni modo di riappropriarsene”.
L’ufficio stampa