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I 30 anni dalla morte di Guido Galli
07/04/2010 - A lui è dedicata la Sala consigliare
Il 19 marzo 1980 in un'aula dell'Università Statale di Milano, per mano di terroristi di sinistra del gruppo armato Prima Linea venne assassinato Guido Galli, magistrato e docente di criminologia, al quale un anno più tardi venne dedicata l'aula consigliare del Comune di Ceriano Laghetto. A trent'anni dalla sua tragica morte, è ancora forte il ricordo di questa illustre figura che Ceriano Laghetto volle commemorare con la dedica, attraverso una cerimonia il 25 aprile 1981, della sala in cui si svolge ancora oggi il consiglio comunale. Nato a Bergamo il 28 giugno 1932, Galli divenne giudice istruttore penale al Tribunale di Milano e docente di criminologia prima all'Università di Modena poi alla Statale di Milano. Fu lui a concludere la prima maxi inchiesta sul terrorismo, partita nel settembre 1978 con l'arresto di Corrado Alunni e il ritrovamento del covo di via Negroli a Milano. In quel tragico pomeriggio del 19 marzo, un commando di di almeno quattro terroristi, lo attese nel corridoio del secondo piano dell'Università, davanti all'Aula Magna, per freddarlo con tre colpi di pistola sparati alla schiena. Il giudice, assassinato all'età di 47 anni, lasciò la moglie e 5 figli. Tra i testimoni degli istanti immediatamente successivi all'omicidio ci fu anche un cerianese, Cesare Parazzini, che stava raggiungendo proprio il secondo piano dell'Università quando venne cacciato giù dalle scale da una folla di giovani studenti. “Gridavano tutti che c'era una bomba, bisognava scappare fuori, sopra feci in tempo a vedere del fumo e poi una volta fuori c'era fumo che usciva dalle finestre” -racconta. “Si scoprirà poi che in realtà erano dei fumogeni lasciati a terra dagli stessi assassini per coprirsi la fuga. In pochi minuti, appena si sparse la notizia di quel che era accaduto, si passò dalle grida di terrore ad un silenzio terrificante. Cominciarono ad arrivare le Forze dell'ordine, i magistrati colleghi di Galli, poi vidi arrivare solo, trafelato, di corsa, il cardinale Carlo Maria Martini che era stato da pochi mesi arcivescovo di Milano”.
L'Ufficio stampa