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Anche Ceriano Laghetto tra i 150 comuni lombardi che hanno vinto la battaglia per l'acqua pubblica
05/02/2009 - Il Consiglio Regionale accoglie i quesiti referendari dei Comuni Lombardi e modifica la legge regionale sull’acqua
La scorsa settimana il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato le modifiche alla Legge regionale 18 del 8 agosto 2006 per la gestione delle risorse idriche, recependo l'appello di quasi 150 comuni lombardi che avevano avviato la procedura per un referendum abrogativo. Tra questi comuni c'era anche Ceriano Laghetto che aveva condiviso quasi all'unanimità (con l'astensione della Lega Nord) un ordine del giorno presentato in consiglio comunale nel dicembre del 2007.
La legge regionale nella sua prima formulazione di fatto apriva le porte alla privatizzazione dell'acqua potabile obbligando gli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali) a privatizzare i propri servizi idrici attraverso la messa a gara del servizio di erogazione. Un'imposizione il cui effetto non avrebbe potuto essere altro che la privatizzazione della gestione dell'acqua potabile i cui servizi di sollevamento e distribuzione, indispensabili per renderla fruibile, sarebbero stati affidati esclusivamente a società private che, come tali per definizione hanno come primo obiettivo la realizzazione di profitti economici. Contro questa impostazione decisa dalla Regione Lombardia e per ribadire il principio secondo cui l'acqua potabile è e deve rimanere un bene pubblico a disposizione di tutti, si era attivato un vasto movimento d'opinione a livello regionale e nazionale. Sull'onda di quella reazione e, soprattutto, di fronte all'iniziativa di quasi 150 comuni lombardi di proporre un referendum regionale (ne bastano 50 per promuoverlo), la Regione ha fatto un passo indietro, modificando la legge e lasciando quindi libertà ai singoli comuni sulla gestione del servizio idrico. Con questa modifica non sarà più obbligatorio separare la gestione delle reti idriche da chi eroga il servizio come previsto in un primo momento, cosa che aveva scatenato le proteste dei Comuni. Ogni singola amministrazione comunale, potrà scegliere la gestione diretta del servizio di erogazione dell'acqua, le reti e gli impianti di distribuzione devono rimanere di proprietà interamente pubblica. Si tratta quindi di un’affermazione importante che dà particolare soddisfazione a quei Comuni, come Ceriano Laghetto, che si sono battuti per modificare la legge regionale in questione. “Dopo questa grande vittoria dei Comuni e della gente –commenta l’assessore all’ambiente Alberto Giudici- alla politica spetta ora il compito di vigilare e lavorare affinché l’acqua lombarda, ma anche quella italiana, rimanga (o ritorni ad essere) bene pubblico, accessibile a tutti, patrimonio dell’umanità e delle future generazioni. Altrimenti correremo il rischio di fare la fine dell’Inghilterra dove le bollette dell’acqua si pagano ad una società australiana che ha triplicato le tariffe. In questo campo dobbiamo invece imparare da nazioni come la Svizzera e gli Stati Uniti dove l’acqua è protetta e tenuta ben fuori dal mercato”.
L'Ufficio stampa